sabato 18 maggio 2013

La parola di oggi è "passione".

"Puoi estrarre bellezza anche da qualcosa di brutto o di volgare, ma non tirerai mai fuori nulla di vivo da qualcosa di esangue. Il contrario della bellezza è la mancanza di passione"

M. Gramellini, "L'ultima riga delle favole".

Quando utilizziamo la parola "passione", lo facciamo per riferirci a qualcosa che ci travolge, che ci toglie il respiro. Non l'associamo mai, o non immediatamente, alla radice di patior, dalla quale deriva. Questo verbo significa "subire qualcosa", identico quindi al "patire" italiano. La passione, dunque, è anche qualcosa per cui si soffre. Infatti, il più delle volte, quando ci appassioniamo a qualcosa o a qualcuno, rischiamo di andare incontro a delle enormi delusioni. Patior però significa anche "sopportare", non solo "subire". A ben vedere, è proprio nel momento in cui i nostri sogni vengono infranti che la passione ci dà la forza di tollerare tutto questo, la forza che serve per rialzarsi e ricominciare. Bisogna essere vivi, ardere di passione, per produrre qualcosa di bello e grande. Bisogna, sopra ogni cosa, essere predisposti alla sofferenza e alla delusione, sapendo che senza di esse non saremmo appassionati.