lunedì 23 settembre 2013

La parola di oggi è "tempo".

"Non gli importa di lasciare il passato. E' un bambino, è troppo piccolo per avere il senso reale del tempo. E' tutto insieme, nella stessa mano, ciò che conosce e ciò che lo aspetta"

M. Mazzantini, "Mare al mattino".

Qualcuno pensa che tempo derivi dal sanscrito "tàpas", calore. Io sono più vicina a quelli che trovano l'origine in "τέμνω", nonostante la durezza di questa etimologia. Questo verbo greco significa, infatti, recidere, tagliare, troncare. Tempo è ciò che separa, divide epoche, spezzetta le nostre vite. C'è sempre, nelle nostre storie, un "prima" e un "dopo". Sembra strano ma le linee temporali, personali e universali, sono sempre segnate da eventi catastrofici. Ci ricordiamo i momenti di svolta dopo la perdita di una persona cara, dopo la fine di una storia, dopo la scomparsa dei dinosauri. Mettiamo paletti neri, invece che paletti colorati. Certo, il tempo è inesorabile e spietato, un vero tagliatore di teste, ma spetta noi decidere come affrontare il cambiamento. Forse dovremmo dimenticare il tempo, affidando ogni cosa al ricordo e alla speranza. Possiamo decidere di ricordare le cose belle, invece che quelle tristi, e possiamo sperare in qualcosa di più felice, anche se i presupposti non sono dei migliori. 

A tutti quelli che ogni giorno rimangono, e a chi, invece, è andato per la sua strada.